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In tempi in cui la perdurante crisi del capitalismo sembra produrre ovunque reazioni populiste, la questione di una rivoluzione dei rapporti sociali che risponda realmente all'esigenza di emancipazione umana torna all'ordine del giorno. Questo libro trae spunto dal centenario della Rivoluzione russa e dai cinquant'anni del '68 per trarre un bilancio teorico del socialismo. Attraverso una rilettura di Marx e dei marxisti critici (da Rosa Luxemburg a Theodor W. Adorno) il socialismo appare una risposta ancora plausibile, alternativa ai populismi imperanti. Ne emerge infatti un'analisi del capitalismo come forma sociale dinamica, negativa e auto-contraddittoria, rispetto alla quale risulta inefficace ogni tipo di risposta identitaria e moralistica. Per essere all'altezza di questa sfida occorre piuttosto rovesciare il modo in cui il lavoro e la condivisione sono stati pensati quali strumenti di emancipazione: il socialismo del XXI secolo sarà in grado di realizzare l'umano, infatti, solo nella misura in cui saprà contestualmente aprirlo verso un'alterità impossedibile.